M.A.C.A.M.
Museo d'Arte Contemporanea all'Aperto di Maglione

Storia

Il M.A.C.A.M., acronimo di Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione, nacque nel 1985 dall’iniziativa di un privato cittadino abitante di Maglione, il paese in cui è sito il museo, anzi, il paese-museo.

Il cittadino è Maurizio Corgnati, scrittore, regista, "filosofo di campagna" ma soprattutto intenditore di cucina, di vini e d’arte. Quest’ultima fu una passione che seguì per tutta la vita visitando mostre e studi di artisti, oltre a conservare i capolavori di quelli che frequentò e con i quali strinse forti legami di amicizia.

Corgnati a Maglione nacque ed abitò, per poi trasferirsi in diverse città italiane a causa del suo lavoro in ambito televisivo e cinematografico.

Tornato in paese dopo diversi anni, la sua passione per l’arte fece nascere in lui la volontà di crearsi un proprio museo, di potersi circondare delle immagini dell’arte, ma soprattutto di condividerle, di riportarle ad una dimensione quotidiana; per questo motivo non volle adibire una struttura a museo. Le opere dovevano essere fruibili da chiunque in qualsiasi momento.

La scelta di far nascere questo museo in un piccolo paese, sconosciuto ai più, era dovuta al forte legame tra Corgnati e il luogo natio. Corgnati vedeva le case, i cortili, gli anfratti di Maglione, troppo simili tra loro; voleva distruggere questa monotonia, voleva far qualcosa per risollevare il paese. Quel luogo in cui "chi vi sia nato, non vorrebbe esser nato in nessun altro posto al mondo". Vedeva in queste "casacce alla meno peggio, tirate su con mattoni, pietre e quel pò di calce e sabbia che miracolosamente tiene il tutto in piedi", uno sfondo ideale per tentare qualcosa che nessuno aveva mai pensato prima. Sosteneva che questo tipo di museo potesse nascere solo in un paese come Maglione, "un ambiente di saggezza e pazienza che solo la cultura contadina conserva".

In pochi mesi, con qualche accorto messaggio, cominciò ad attrarre tra le mura del suo paese gli artisti che man mano apparivano disponibili, e già nei primi quattro anni aveva accumulato settanta opere. L'impresa però non era stata tanto facile; occorreva trovare i pittori, certo, ma anche i muri, e proprio qui ebbe inizio la prima difficoltà. Per la prima edizione dell’iniziativa riuscì a far realizzare le opere soltanto sui muri delle case degli amici d’infanzia, che non erano convinti dell’iniziativa, ma a causa della profonda amicizia che li legava a Corgnati non riuscirono a rifiutare la proposta. La diffidenza però, anche a lavori ultimati, rimase: il proprietario di un muro, alla vista dell’opera astratta poco comprensibile minacciò di tinteggiare la casa, ma Corgnati non si scoraggiò e riuscì a fargli capire l’importanza e il valore della stessa. Successivamente, grazie anche all’arrivo di turisti e giornalisti interessati alla manifestazione, la curiosità si sostituì alla diffidenza e dal secondo anno molti abitanti del paese offrirono la propria abitazione, ed alcuni anche somme in denaro pur di ospitare sul proprio muro il lavoro di un artista.

Gli artisti invece accorsero sempre con entusiasmo, nonostante il compenso per il loro lavoro non fosse una somma in denaro ma un ricco pranzo preparato personalmente da Corgnati. Questa metodologia di pagamento così inusuale, soprattutto nel caso di alcuni nomi di rilievo la cui opera è esposta al M.A.C.A.M., come Ugo Nespolo, Giò Pomodoro, Armando Testa, è stata, ed è tuttora possibile, perché gli artisti si recano a Maglione per ritrovare l’autentico piacere del fare arte e, quando Corgnati era ancora in vita, per trascorrere due giorni in compagnia di un buon amico. I pittori fin dall’inizio hanno compreso lo spirito di questa iniziativa, "priva di risvolti commerciali e basata esclusivamente sull’amore" per l’arte e sull’amicizia.

Maurizio Corgnati
"Ecco il perché di questo museo a Maglione: i bambini di un tempo sono cresciuti in mezzo a immagini piene di mucche, pecore, ruscelli, nani, conigli e fate; i bambini futuri di Maglione avranno occhi pieni di queste immagini che stanno sui muri delle loro case."
(Maurizio Corgnati)